Due giovani imprenditori salvano capannone e azienda

Due giovani imprenditori salvano capannone e azienda

Due giovani imprenditori salvano l’azienda

Due fratelli, giovani imprenditori nel settore ceramica, attivi con la loro SRL nel modenese, nel 2009 ottengono un mutuo di 460 mila euro per l’acquisto di un capannone, dove poter esercitare la loro attività imprenditoriale.

La banca aveva concesso il mutuo a condizione che i due fratelli garantissero con fidejussione personale il pagamento delle rate di mutuo della società e aveva imposto loro che stipulassero una assicurazione sulla vita con premio unico di rilevantissimo importo (circa € 40.000), che la banca si tratteneva subito.
Come è noto a tutti, circa quattro anni dopo, la crisi colpiva anche questa azienda, collegata al settore immobiliare, e l’impresa non riusciva più a pagare i canoni.
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Stressati tutti i giorni dal direttore di banca, grazie ad amici, riescono a contattare l’Avvocato Rosa Chiericati, la quale esamina attentamente il contratto di mutuo e si accorge immediatamente di essere di fronte ad un mutuo usurario.
In particolare risultava chiaramente l’usurarietà del tasso degli interessi pattuiti, calcolando il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) e tenendo conto degli oneri relativi alle due polizze assicurative per morte o invalidità, stipulata contestualmente al mutuo. Ricalcolando il tutto, ne risultò che anziché essere un cliente moratorio, era addirittura in anticipo con il pagamento delle rate.

L’avv. Chiericati impugnava l’atto di precetto che nel frattempo l’azienda aveva ricevuto ottenendo nel giro di 8 mesi la sentenza che dichiara l’usurarietà del contratto e la nullità del precetto.

Scarica la sentenza.

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